Maruggio, città dei cavalieri

Maruggio, città dei cavalieri

© Gianluca Lovreglio. 01 luglio 2009

Già pubblicato a stampa in “La Voce del Popolo. Il giornale di Taranto e provincia”, 8 novembre 2009, anno 7, numero 22, pp. 20-21.

In tempi di riscoperte o approfondimenti storici sull’Ordine dei Templari, è doveroso segnalare l’opera di ricerca ed analisi certosina che ha compiuto Vito Ricci con la pubblicazione “I Templari nella Puglia medievale” (Edizioni dal Sud, pp. 144, euro 12).

Ricci indaga sulla presenza dell’Ordine templare in Puglia seguendo un percorso rigidamente scientifico con l’utilizzo di fonti e documenti attendibili. Ne scaturisce uno studio solido e ben strutturato, fondato su una bibliografia ragionata e su grande cautela nella discussione di fonti e problemi.

Lungi da qualsiasi indulgenza nei confronti delle recenti suggestioni letterarie, cinematografiche e televisive sui Templari, l’autore parte dagli aspetti storici sull’origine dei cavalieri cristiani rossocrociati – intorno al 1118 – per poi disegnare i loro insediamenti in Puglia, e la conseguente interazione con la dimensione sociale, politica, religiosa ed economica del territorio.

La Puglia, grazie all’importanza strategica e commerciale dei suoi porti, ha accolto le prime domus dei templari, che avevano il compito di difendere l’incolumità dei pellegrini diretti in Terra Santa. Lo studio analizza i pessimi rapporti con Federico II di Svevia, il periodo angioino e il declino (dal XIV secolo), conclusosi con le inquisizioni e il processo di Brindisi (15 maggio 1310).

Le interpretazioni sulla fine dei monaci-cavalieri, spiega Ricci, sono in continuo aggiornamento, Comprese le accuse – probabilmente costruite ad arte dagli inquisitori – di riti come il rinnegamento di Cristo o i baci osceni dei novizi agli anziani, oggi tanto di moda in tv.

Nella Puglia meridionale il numero degli stanziamenti templari, come in genere degli ordini religioso-cavellereschi, fu piuttosto esiguo. L’insediamento principale fu Brindisi, importante porto di imbarco verso la Terra Santa che aveva una posizione strategica e il ruolo di base della marina militare. In misura minore il medesimo discorso vale per Otranto. La limitata presenza è dovuta a diversi fattori, tra cui spicca la mancanza di donazioni a favore dell’Ordine, il carattere paludoso delle aree costiere e il numero esiguo di masserie. Di recente lo studioso Fiori ha individuato nella masseria di S. Sidero, tra Maglie e Melpignano, il tenimento di S. Isidoro appartenuto ai Templari. Oltre ai due porti di Brindisi e Otranto, i Templari ebbero una propria domus a Lecce, con possedimenti in tutto il Salento, tra cui a Manduria come ricordato in un documento del 1309, nel quale è riportato che il giudice Pietro Porcario di Aversa, al quale erano stati affidati i possedimenti templari in Terra d’Otranto, nominava dei procuratori affinché redigessero l’inventario delle proprietà dell’Ordine a Casalnuovo, nome con il quale era nota Manduria nel Medioevo.

Nel tarantino vi è un paese fondato molto probabilmente dai cavalieri templari: si tratta di Maruggio, che assieme ad Alberona in Capitanata, sarebbe un caso di centro di fondazione templare accertato in Puglia. L’unico riferimento alla presenza di un insediamento templare a Maruggio ci è fornito da un atto del 1320. In tale documento è riportato: Casale Marigii, fuit quondam Templariorum ossia che il che il casale di Maruggio un tempo fu proprietà dei cavalieri del Tempio. Di altre notizie non disponiamo. La studiosa Capone si è occupata ampliamente di Maruggio con una ricostruzione storica molto dettagliata. Nei registri di Carlo I d’Angiò viene riportato che la famiglia De Marresio era feudataria di Maruggio, ove si trovava un commenda gerosolimitana, senza ulteriore specificazione. La denominazione gerosolimitano, trattando di ordini monastico-cavallereschi, viene di solito attribuita ai Giovanniti. La Capone sostiene che nel caso di Maruggio si sia fatta confusione fra Giovanniti e Templari, anch’essi di fatto gerosolimitani, poiché il loro ordine venne fondato a Gerusalemme (Ordine del Tempio di Gerusalemme).

Tra le attività svolte dai cavalieri a Maruggio sono da ricordare i lavori di bonifica e di prosciugamento dei terreni paludosi che circondavano la zona, nonché l’estrazione del sale dalle acque degli stagni costieri. Nel marzo 1308 anche i Templari di Maruggio furono arrestati, e approfittando di ciò Giovanna Caballaro si sarebbe impossessata della mansione dei templari e dei loro beni o quanto meno li ebbe in custodia dal giudice Pietro Porcario di Aversa, responsabile dei beni templari in Terra d’Otranto. Nel maggio 1312 papa Clemente V decretò l’assegnazione dei beni dei Templari ai Giovanniti e probabilmente la Caballaro si rifiutò di consegnare il feudo ai nuovi legittimi proprietari: la consegna avvenne solo nel 1317, forse dietro intimidazione di Roberto d’Angiò, e in cambio dell’ingresso nell’Ordine Giovannita del figlio di Giovanna Caballaro, Nicola de Pandis.

Il casale di Maruggio fu molto probabilmente fondato da Templari, sebbene di quel periodo non si dispongono di notizie e documenti. Con l’assegnazione dei beni templari ai Giovanniti anche Maruggio fu attribuito a questi ultimi che ne fecero un loro possedimento tra il 1315 e il 1317. Una prova che il casale fosse in toto sotto la giurisdizione di questi cavalieri trova conferma negli Statuti compilati nel 1473; da essi si apprende che Maruggio dipendeva dalla commenda di Brindisi: «Capitoli e Ordinazioni fatti e conclusi e ordinati inter lo Spettabile Homorusso de Mutiis de Florenza Generale Procuraore e Gubernatore del Magnifico e Religioso Milite Gyerosolomitano Francesco Carducij de Florenza Commendatore Commendae Brundusij e Signore di Maruggio exuna. E Vitale Duro Sindico et Sindicario nomine exparte Universitatis Terrae Marrulij…». Nel corso del Quattrocento la commenda brindisina perse gradualmente di importanza probabilmente a causa della decadenza del porto dopo il cambiamento delle rotte marine, in seguito alla caduta di Rodi, e quella di Maruggio aumentò il suo prestigio diventando dopo nel 1500 camera magistrale. I Giovanniti, divenuti prima cavalieri di Rodi (1309) e poi di Malta (1530), ebbero una Commenda a Maruggio sino al 1819.

In merito all’ubicazione dell’insediamento templare ci sono due ipotesi: in un edificio nei pressi del luogo in cui, tra la fine del XIV e il XV secolo, i Giovanniti edificarono il proprio castello, oppure, tenendo conto che le domus dei Templari sorgevano lontano dai centri abitati, si può ipotizzare che fosse ubicata presso la Madonna del Verde, cappella del cimitero, e possesso dei Cavalieri di Malta.