Il castello di Uggiano Montefusco. La perdita della memoria

Il castello di Uggiano Montefusco. La perdita della memoria

di Gianluca Lovreglio

Note:

©Gianluca Lovreglio. Tutti i diritti riservati.

Edizione elettronica (e-text) del saggio apparso in "Galaesus. Studi e ricerche del Liceo Classico Archita di Taranto", n. XVII (1992/93), pp. 393-398.

C’era una volta... È l’inizio delle favole classiche, ma anche l’incipit più appropriato per la storia che stiamo per raccontarvi. A poco meno di due chilometri da Manduria, sulla statale che da Taranto porta a Lecce, sorge la piccola frazione di Uggiano Montefusco, che conta oggi poco più di un migliaio di abitanti, la maggior parte dedita alla coltivazione delle fertili terre circostanti.

Pochi studiosi si sono occupati di questo piccolo paese, sebbene nasconda una storia interessante che può riservare alcune sorprese. Una di queste è scoprire che ad Uggiano è esistito, fino a qualche tempo fa, un castello dalla datazione controversa ma di ottima fattura, senz’altro il più antico tra quelli del circondario. Oggi è un fantasma: appare qualche volta nei labili ricordi degli anziani, o dei professori che raccontano le loro imprese di ragazzi tra le mura di quel vecchio e poco amato monumento.

È la perdita della memoria; il sottotitolo di questa storia, quasi la certezza che del "castello fantasma" tra pochi anni non rimarranno che alcune note scritte a matita in un libro della poco frequentata biblioteca di Manduria.

Per la storia di Uggiano e del suo castello bisogna riferirsi ad un articolo di Primaldo Coco, il più vecchio scritto sull’argomento, ma il migliore. Secondo il Coco l’origine di questo borgo risale alla fine del secolo XII, quando alcuni abitanti di Casalnuovo (Manduria) si rifugiarono nel luogo dove sorge Uggiano, nel quale sembra che vi fosse stata una dimora di sentinelle o vigili, vigilarum, "posta al confine del principato di Taranto lungo la via Appia". Da lì il nome, Viggiano. Colella nella sua Toponomastica Pugliese sostiene invece che il nome richiami le vigne che si estendono in quantità nei dintorni.

La tradizione vuole che già in età federiciana vi fosse localizzato un castello, ma mancano, purtroppo, attestazioni certe, e la località salentina non è menzionata nello Statutum de reparatione castrorum, un documento redatto negli anni 1241-1246 che indica le località tenute al restauro e alla manutenzione dei castelli appartenenti al demanio regio.

Il primo documento che parla di Uggiano è una carta del 1315, dove il re Roberto d’Angiò concede il feudo, il casale con tutte le pertinenze a Costanza Montefusco, vedova del cavaliere Egidio de Fallosa, che già possedeva i casali di Cellino, Parietalto e il territorio di San Marzano. Da allora il paese cominciò ad essere denominato Montefusco, in onore della famiglia feudale e per distinguerla da un’altra Uggiano, detta La Chiesa, in provincia di Lecce. Il casale di Uggiano passò poi da una famiglia feudale all’altra, fino a quando, nel 1417, lo troviamo in possesso di Baldassarre de Cutij, conte di Caserta e di Alessano, consigliere di Giovanna II.

Il Coco pubblica due documenti tratti dai registri della Cancelleria Angioma, nei quali si fa per la prima volta menzione del "Casale et castrum seu fortellitium Ogiani". Nello stesso anno la baronia è acquistata da un altro Montefusco (o Montefuscolo), Ciccariello, per la ragguardevole cifra di 809 ducati d’oro. Proveniente da Nardò, Ciccariello Montefusco era sposato con Margaritella, ultima delle figlie naturali di Giovanni Antonio Del Balzo - Orsini, principe di Taranto. La regina Giovanna II concede il suo assenso in un documento, anch’esso pubblicato dal Coco, in cui si fa menzione del "Casal Ogiani cum eius castro seu fortellitio".

Un vuoto documentario difficilmente colmabile segue questa fase della vita del casale. Ma la costruzione del castello a quel tempo doveva essere terminata. Dalle descrizioni successive si evince che fu abbellito per diventare, più che un rude maniero adatto solo alla difesa, una elegante abitazione gentilizia.

I primi anni del 1500 videro il castello testimone della guerra tra francesi e spagnoli: scrive l’Errico nella sua storia della città di Oria che "il castello di Uggiano Montefusco si ribellò ai francesi, per la qual cosa il capitano d’Arces con un buon numero di soldati, uscì fuori da Oria e si portò a sottometterlo". Il maniero doveva essere quindi attivo e dotato di una guarnigione permanente.

Nel 1584 "castello e feudo passarono agli Albrizi che dopo pochi anni lo vendettero al conte romano Marcaurelio per 2.500 ducati. Verso la fine del XVIII fu acquistato dalla nobilissima famiglia Imperiali di Francavilla". Non abbiamo altre notizie del castello fino al 1850, anno in cui Arditi afferma che "una torre quadrata con merli e porta saracenesca […] vi rimase in piedi", quando il padrone la fece abbattere per costruire "poche casucce". La descrizione del castello ad opera di P. Coco parla di una torre quadrata (a donjon) ancora in piedi, seppure pericolante.

Nel 1914 del castello resta in piedi ben poco. Coco nella sua visita riferisce però che nei locali a pianterreno (quelli superiori erano inagibili) della torre quadrata vi sono affreschi di fattura non disdicevole, e legge un’iscrizione posta sopra l’architrave di una finestra che dava sul cortile.

L’iscrizione, che recita "Enfaio proprio sepe delicie", è di difficile interpretazione, soprattutto a causa della prima parola, enfaio, di incerto significato. Coco se la cava scrivendo che forse quello era stato un "luogo di delizie". Ma può anche esserci stato un errore di lettura o di trascrizione, per la quale ragione sarà impossibile conoscere il vero significato dell’iscrizione.

Nel 1925 tra le rovine del castello fu scoperto un locale con volta a botte che conteneva alcuni affreschi trecenteschi. Alba Medea riporta quella data nel suo libro sugli affreschi eremitici pugliesi, e annota anche, quasi come tratto di costume, che i "monelli" gettano le pietre all’interno del locale, "attraverso l’inferriata dalla cancellata", il che contribuisce alla degradazione della struttura e degli affreschi.

Le testimonianze degli anziani uggianesi confermano. Ricordano quelle persone di aver giocato almeno una volta sul "castello". Raccontano anche che i più coraggiosi scendevano in un locale sotterraneo, situato nei pressi dell’edificio, posto al di sotto della ghigliottina (in dialetto chiamata trabucco) e vi scorgevano le ossa dei malcapitati che furono lì giustiziati in tempi remoti.

Il libro di Alba Medea è del 1939: a quella data - per l’autrice - del castello non restano che rovine. È interessante notare che l’unica voce locale levatasi in difesa di un così insigne monumento sia stata quella del dottor Michele Greco, ispettore ai monumenti di Manduria. Egli ha lasciato, in calce alla pagina 255 del libro di Medea conservato nella biblioteca di Manduria, quello che può essere definito il vero e proprio testamento del castello di Uggiano Montefusco. Vale la pena riportare il brano per intero, per ammirare la sottile arguzia e l’ironia di questo studioso, unita alla consapevolezza che di fronte agli interessi personali valgono a poco storia, tradizione e cultura:

"Ora tutto è distrutto! La descrizione dell’Autrice è molto posteriore alla scoperta, quando già lo stato degli affreschi era ancora maggiormente deteriorato dalla barbarie paesana e dalla buona volontà del proprietario che voleva sbarazzarsi di quel peso (vincolo artistico per tutto il comprensorio del castello). Il piccolo edificio rettangolare cui accenna l’Autrice fu voluto dalla Soprintendenza ai Monumenti a scopo di protezione (?) degli affreschi, non avendo voluto, come io avevo consigliato, rimuoverli e collocarli in posto più sicuro. Belle e chiare foto presso la Soprintendenza in Bari".

Il dottor Greco accenna ad un vincolo artistico: dopo la scoperta di A. Medea, il 13 ottobre 1925 la Soprintendenza pose un vincolo sugli "avanzi di costruzione a volta con affreschi del sec. XIV, raffiguranti nel fondo il transito di Maria Vergine con gli apostoli e sul lato ancora esistente della costruzione stessa S. Leonardo, S. Nicola, Santa Lucia e una quarta figura sacra con soprastante fregio in fogliame". Lo stesso Ente però, dopo quest’atto ufficiale consente colpevolmente ai proprietari di disinteressarsi delle sorti del monumento, lasciato all’incuria e ai danni del tempo. Nel maggio del 1937 (nota ministeriale n. 3546) si limita il vincolo dall’intero castello al solo torrione d’angolo. Il 24 novembre 1948 la Soprintendenza, "considerato che anche il torrione superstite è col tempo andato in completa rovina, per cui l’intero castello è da considerarsi totalmente distrutto", per mano del ministro Gonella firma quello che Pasquale Del Prete, in un articolo apparso sull’Archivio Storico Pugliese chiama "formale atto di morte" del castello: la revoca del vincolo". Da allora al posto del castello di Uggiano Montefusco sorgono alcune abitazioni private.

Un bell’esempio certo di tutela del patrimonio architettonico!

Conservare la memoria dei luoghi, dei simboli, significa anche conservare le memorie individuali di chi ha vissuto in quel territorio, riportare le piccole storie di ogni giorno a quella grande storia che si può leggere sui libri.

Un articolo iniziato col "c’era una volta" non può che concludersi con un’amara "morale della favola". La perdita della memoria in questo caso rappresenta una perdita artistica, culturale, umana e persino economica. Oggi l’amministrazione di Manduria (dalla quale dipende Uggiano) sta cercando di incentivare la risorsa del turismo. Ma sulle guide destinate ai pochi turisti che si inoltrano per quel bellissimo territorio, è troppo tardi per scrivere "visitate il castello medievale di Uggiano Montefusco"; il castello è diventato una "fonte storica", un monumento divenuto "ormai rimpianto".

Cronologia del castello di Uggiano Montefusco

Fine XII sec.

Nasce la borgata di Uggiano, anticamente detta Viggiano. Probabilmente sorge intorno ad una torre normanna a donjon.

1315

Roberto d’Angiò concede in feudo il casale con tutte le pertinenze a Costanza Montefusco, vedova del miles Egidio de Fallosa, che già deteneva i casali di Cellino, Parietalto e il territorio di 5. Marzano.

1417

Il casale di Uggiano fa parte dei possedimenti feudali di Baldassarre de Cutj, conte di Caserta e di Alessano, consigliere di Giovanna II. Per la prima volta si fa menzione del "Casale et castrum seu fortellitium Ogiani".

1417

La baronia è comprata dal signor Ciccariello Montefuscolo di Nardò, sposato con Margaritella, ultima delle figlie di Giovanni Antonio Orsini, principe di Taranto, per 809 ducati d’oro. Il documento d’assenso della regina Giovanna parla del Casale Ogiani cum eius castro seu fortellitio.

1850

L’Arditi afferma che "una torre quadrata con merli e porta saracenesca... vi rimase in piedi fino al 1850", quando il padrone la fece abbattere per costruire "poche casucce". Probabilmente non si tratta della torre quadrata a donjon, che il Coco afferma di vedere ancora nel 1914, ma forse di un barbacane posto a difesa dell’entrata.

1914

Del castello restano ormai poche rovine. Il Coco prega la vedova del signor Giovanni Maggi "affinché si possano conservare e tramandare ai posteri gli avanzi di questo monumento". A questa data era ancora in piedi, ma pericolante, la torre quadrata costruita in soprelevazione sulla struttura a tronco di piramide che ne costituiva la base. Il Coco vi trova stanze affrescate.

1925

In questa data furono scoperti, a detta di Alba Medea, alcuni affreschi trecenteschi situati in un locale con volta a botte che doveva essere la cappella adiacente al castello medievale, ormai quasi del tutto crollato. La Soprintendenza ai monumenti pone il vincolo a tutta l’area del castello.

1925-1938

I bambini e i ragazzi di Uggiano, come ricordano gli anziani del luogo, giocano sui resti del castello, completandone la distruzione.

1939

Data di pubblicazione del libro di Alba Medea sugli affreschi delle cripte pugliesi: per l’autrice del castello non restano che rovine. La proprietà è della sig.ra Angela Parisi, coniugata a Luigi Marzo.

1949

La Soprintendenza ai Beni AA., AA., AA. e SS. di Taranto, constatando la completa distruzione del monumento, revoca il vincolo che essa aveva posto su tutto il comprensorio del castello. Con la colpevole e forse interessata negligenza sia del proprietario che della Soprintendenza, il castello medievale di Uggiano Montefusco scompare per sempre, sostituito da abitazioni private.

Bibliografia

Sulla storia di Uggiano Montefusco sono stati consultati i seguenti testi:

G. ARDITI, Corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto, Lecce 1879 (rist. Bologna 1979), pp. 643-644;

P. A. ERRICO, Cenni storici della città di Oria e dei suo insigne vescovado, Napoli 1906, p. 75;

P. COCO, Uggiano Montefusco (frazione di Manduria), s. d., foglio dattiloscritto conservato presso gli uffici della delegazione comunale di Uggiano Montefusco;

ID., Porti castelli e torri salentine, Roma 1930, pp. 38-40;

B. P. MARSELLA, Ricordi storici di Oria messapica, Roma 1934, p. 60;

G. COLELLA, Toponomastica pugliese dalle origini alla fine del Medio Evo, Trani 1941, p. 308;

R. DE VITA, Castelli torri ed opere fortificate di Puglia, Bari 1974 (III ed. 1984), p. 176;

P. BENTIVOGLIO, Uggiano Montefusco, in "Guida - annuario di Manduria 1984-85" (a cura di R. CONTESSA - P. MARZO), Manduria 1984.

COMUNE Dl MANDURIA - ASSOCIAZIONE PRO-LOCO, Manduria. Guida turistica, Manduria 1993.

Sulle vicende del castello:

P. COCO, Uggiano Montefusco e il suo diruto castello. Note e documenti, Lecce 1914 (in appendice sono pubblicati i documenti citati nell’articolo);

P. DEL PRETE, Il castello federiciano di Uggiano Montefusco, in "Archivio Storico Pugliese", XXV (I). pp. 41-49;

R. LICINIO, Castelli medievali. Puglia e Basilicata: dai normanni a Federico II e Carlo d’Angiò, Bari 1994 p. 37 e p. 134;

A. MEDEA, Gli affreschi delle cripte eremitiche pugliesi, Roma 1939, p. 255.

Il fascicolo contrassegnato dal nome "Uggiano Montefusco" nell’Ufficio Vincoli della Soprintendenza ai Beni AA., AA, AA, e SS., di Puglia presso il Castello Svevo - Aragonese di Bari conserva la documentazione relativa ai vincoli posti sul castello di Uggiano.